mercoledì 30 settembre 2009

el vals "recordando a Caracas"

non e' che non c'ho avuto voglia di scrivere, e' che sono stato un po' malinconico. la malinconia e la tristezza danno molto vigore agli scrittori, la disperazione e' spesso la base di un'opera di successo. con sole-cuore-amore di soldi ne fai pochi.

invece la malinconia non mi fa concentrare perche' mi distoglie da quello che vedo intorno, e se non osservo non penso.

sentire nostalgia per il posto nel quale si desidera vivere e' una pugnalata. posso paragonarla a uno di quei colpi che prendi sulla schiena e che ti tolgono il respiro. mi e' capitato una volta che mi e' caduta la scala sulla schiena e io non riuscivo a gridare "porco dio! porco dio!".

ma poi tutto passa, il vantaggio di essere un maschio e' che un pompino ci fa sembrare le cose migliori di colpo.

farcisco questo post con l'aneddoto che ho raccontato ieri al mio capo. tre o quattro anni fa avevo conosciuto una ecuatoriana. bona, gran maiala. e allora ero andato a casa sua e stavo godendo di un buon rapporto sessuale. lei mi fa: se vuoi puoi venirmi sulla pancia. siccome aveva un accento latino molto marcato, io non ho capito bene. mi ricordo ancora la sua espressione, che chiudeva gli occhi e la bocca tirando le labbra. poi quando ho finito, lei mi fa: pancia, no faccia, pancia!

ci abbiamo riso su per ore.

lunedì 21 settembre 2009

quando lo scroto prude

ora vediamo di mettere in chiaro le cose e vedere se le idee possono diventare fatti. il piano e' delineato e semplice, ma la sua attuazione comporta una serie di coincidenze che si devono avverare.

entriamo nel dettaglio.

punto 1: vendere la casa a un buon prezzo, saldare il mutuo, ed incassare il resto.
punto 2: iniziare la trattativa al lavoro per ottere un incentivo al licenziamento.
punto 3: comprare una casetta da affittare per avere una rendita nel paese del terzo mondo dove mi rechero'.

per quanto uno si dia da fare e faccia ipotesi, i conti si fanno coi numeri alla mano. se il conquibus che in questo momento ne ricavo non e' sufficiente per un degno sostentamento per la mia nuova vita all'estero, chiaramente la cosa si complica.

la realta' e' che per me basterebbe molto di meno della cifra che ho stabilito. tutto ha un prezzo, ce l'ho anche io, naturalmente. pero' ho promesso alla mia morosa un certo tenore di vita, e vorrei mantenere la promessa.

credo che l'aut aut sia tra cambiare vita o meno, avere le palle per emigrare oppure rimanere qui e, quantomeno, smettere di lamentarsene.

il tutto, tra una marea di gente che mi dice che sono pazzo, i pensieri di cosa puo' andare bene e cosa puo' andare male, e la mia convinzione che sono veramente pazzo.

solamente io parto dal concetto che finora l'unica cosa della quale mi sia pentito nella mia vita e' aver cercato di mettere radici nel posto dove sono adesso, puttana la madonna.


giovedì 17 settembre 2009

gli ignavi

i colleghi che camminano per i corridoi, una volta li giudicavo esseri inutili. ora voglio essere anche io uno spensierato e mi do da fare. prima guardavo un po' di porno in ufficio tra un lavoro e un altro. ora lavoro un po' tra un porno e un altro. sono diventato piu' produttivo in senso relativo (ossia in cinque minuti faccio quello che prima richiedeva un'ora di chiacchere) e in senso assoluto (sto producendo molti piu' risultati).

la differenza e' che io sono conscio di me stesso. siamo troppo indulgenti con noi stessi, noi italiani. piu' la gente non ha un cazzo da fare, piu' si lamenta che ha troppo lavoro. e chi ha troppo lavoro per davvero, o non si lamenta, o lo fa conscio del fatto che gli piace essere ritenuto indispensabile.

io voglio fare il giardiniere e questo post e' inutile, ancora una volta, allo scopo.

e al lettore, naturalmente.

non perdiamo il filo. ieri tornando in hotel mi sono fermato in una catena di caffetterie italiane a londra, costa. massi', facciamo pubblicita'. il locale era incasinato. c'era in cassa una cinesina chiaramente in difficolta', con un badge appeso alla camica con scritto: TRAINEE. la gente si lamentava, e tra essi una ragazza bionda che con il suo tayeur e i suoi tacchi si sentiva in dovere di rompere il cazzo alla cinesina che, in effetti, si era dimenticata il suo panino. insomma il muso giallo era veramente impacciata e sotto torchio. poi tocca a me, e mi ha sorriso in modo cosi' gentile, che mi ha veramente tocccato il cuore. io so cosa vuol dire fare quel lavoro li', soprattutto quando hai bisogno di lavorare, e cosa vuol dire sorridere quando il tuo giorno e' una merda completa.

mi ha dato una lezione, sappiamo lamentarci e basta. senza sapere in quanti farebbero a cambio con noi.

io consiglierei a chiunque quel caffe' costa, mi pare in gracechurch street nella city. il caffe' e' uno schifo, ma ci mettono veramente l'anima.

e poi io sono un feticista delle asiatiche, naturalmente.

il ripostiglio del chavo

il ripostiglio e' il salvagente degli indecisi, l'ancora di salvataggio per chi non vuole mai schierarsi, prendere una decisione. soprattutto sulla sua vita.
io ho un ripostiglio enorme, ma so come tenerlo quasi vuoto.

ogni volta che scrivo tre righe del cazzo dettate da quello che sto veramente pensando in quel momento, mi rendo conto subito dopo che le devo spiegare.

e le spiego, mica son qui a far ballare la scimmia, cristo.

se uno non avesse un ripostiglio, dovrebbe essere selettivo. capire cosa gli serve, capire cosa non gli serve, capire cosa gli servira' a breve. se il posto e' grande, si conserva tutto, incondizionatamente.
trattiamo la nostra vita come un ripostiglio minuscolo. leviamoci dai coglioni le persone inutili, non per forza false o cattive, c'e' un po' di falsita' e cattiveria in tutti. le persone inutili sono quelle che da te risucchiano risorse e tempo, e dalle quali tu non ricevi in cambio quello che vuoi. un amico che non sa darti consigli, una scrittrice che non sa fare pompini, un cane che vuole che tu gli lanci la pallina, ma poi col cazzo che te la riporta.

tenete quel cazzo di ripostiglio vuoto e non sarete mai in difficolta' nella vita.

adesso vado al pub a farmi le ultime due pinte di john smith's e poi da li' city airport - linate.
se l'aereo cade, scrivete sulla mia tomba che mi piacevano la figa e il rum, puttanazza madonnazza.


martedì 15 settembre 2009

uk facial

quando arrivo a londra, in genere per un paio d'ore sono incazzato. forse il viaggio, forse che mi alzo presto.

e poi a londra, che tu prenda taxi o mezzi, alla fine cammini tantissimo. oltretutto piove e io da pirla sono venuto con le scarpe con la suola di cuoio e scivolo come il fallo di un dirigente di banca nel sederino di un trans la sera in viale zara.

e poi a londra, le palle mi sudano tantissimo. quando rientro in hotel posso strizzare le mutande.

pero', tappa fissa e' chinatown e il mitico baozi al maiale (in foto).

questa volta a soho ho rischiato. ero andato li' tra un appuntamento e un'altro per fare un favore a un'amica, che faceva la escort in un locale che poi la polizia ha fatto chiudere, per tutta una serie di cazzi sui quali non mi dilungo. insomma, lei ora non vive piu' a londra, ma e' tornata al suo paese, e mi ha chiesto di andare a fare una foto a quella porticina da dove entravano i clienti. fatta la foto, ma in quella vietta, popolata di night club, i personaggi sono poco raccomandabili. fattosta' che io stronzone incravattato ho catturato l'attenzione di un negro enorme, che nonostante io facessi finta di messaggiare, mi ha sgamato che scattavo foto. ho capito che lui aveva capito, e quindi ho telato. il figlio di puttana pero' mi ha seguito per un po'.

poi non l ho piu' visto e allora sono andato a mangiare qualcosa. dopo 20 minuti, camminando, mi sono accorto che mi era ancora dietro. allora ho cominciato a fare foto a cazzo come se fossi un turista giapponese e il mio cellulare una di quelle fotocamere da ventimilioni di pixel, sperando di fargli capire che sono si' uno stronzone, volevo si' fare quella foto la', ma che tuttosommato ero da ritenere inoffensivo.

adesso fuori dalla finestra non lo vedo, per cui sono gia' piu' tranquillo e tra 10 minuti vado al pub a bere fino a stasera.

bene.

accogliendo l'invito di un paio di persone ho deciso di scrivere un libro. non perche' io mi ritenga all'altezza, ma semplicemente perche' ho una storia. un soggetto, che mi sembra valido. non mio. e poi mi sembra un buon modo per occupare il tempo in autunno, quando comincia a piovere, la tv mi sta sul cazzo, e voglio farlo soprattutto per chi me l'ha chiesto, che mi ha dato tanto e mi chiede solo questo centinaio di ore di lavoro che ci piazzero'.

la descrizione migliore che posso dare a questa citta' e' che londra e' un ottimo posto per sentirsi soli.

martedì 8 settembre 2009

de fuffo italico

pare che il posto piu' inquinato della sardegna siano le tube di falloppio dell'attuale oggetto sessuale di george clooney (parafrasi per evitare querele). al secondo posto l'area che gli americani hanno riempito di scorie nucleari vicino alla maddalena, e al terzo il porto di orani, che essendo nell'entroterra, non ha un porto.

io non e' che ce l'ho con lei, ce l'ho con tutta questa gente che si guadagna da vivere senza saper fare un cazzo. perche', grazie al nostro regime culturale attuale basato sul "sembrare" e non sull' "essere", i giovani si parametrizzano a queste persone qui, e poi non sanno un cazzo. ma proprio un cazzo. la capitale del portogallo. cos'e' la cistifellea. come si calcola l'area del rombo. come si paga una bolletta. come rendere piacevole il sesso anale.

e cosi' via.

non mi sono svegliato male, e' che ieri sera non mi sono addormentato per niente. questo mi rende un po' malmostoso.

ma so anche che non si nota la differenza rispetto al solito.

mercoledì 2 settembre 2009

il giornale

il titolo non si riferisce a quella cartastraccia pubblicata dal movimento politico destrorso italiano, bensi' in generale all'oggetto in se'.

che poi....insomma, diobono, e' come chiamare una ciabatta Ciabatta. vanno un po' di moda quelle robe tipo scarpe&scarpe, divani&divani. non potete dire solo: scarpe? raddoppiare e metterci una & commerciale in mezzo, forse, aiuta ad attirare piu' gonzi. in fondo, quei posti li', sono rivolti proprio ai gonzi. ecco perche' sono in prossimita' dei centri commerciali, che sono posti per gonzi.

allora leggo sul giornale che ci sono i festini a kabul; poi guardo le foto, e sono solo quattro guardie tra di loro col cazzo di fuori. mi aspettavo peggio.

berlusconi, invece, continua a farmi vergognare di essere italiano. non conosco nessuno che sia cosi' una garanzia, ossia uno che ogni cosa che dice e' una cazzata.

il virus A forse serve, a questo pianeta, che e' sovrappopolato e carico di infelicita'. purtroppo non sara' un virus democratico, e ci rimettera' la povera gente. ma se la povera gente continua a comportarsi da pecora, forse e' il caso di sfoltire il gregge. che guevara sarebbe contento di questo pensiero.

per il resto, e' tutta una merda.

non leggete i giornali che sono una perdita di tempo. come questo post.

martedì 1 settembre 2009

Wànlĭ Chángchéng

Wànlĭ Chángchéng in pinyin e' il nome della grande muraglia cinese. non sono cosi' avanti con lo studio del cinese, ma ho visto che il significato e' qualcosa tipo grande muraglia di 10mila Li', che e' un'unita' di misura che non so a quanto corrisponda.

la grande muraglia e' lunga 8.800 chilometri, circa 2500 in piu' rispetto ad una stima degli anni 60. non e' visibile dallo spazio, leggenda nata tra gli anni 30 e 40, che ancora pero' circola nel sentito dire.

io la ritengo una delle 5 opere ingegneristiche ed edilizie piu' interessanti del mondo. cominciata a costruire nel terzo secolo, e' stata riutilizzata, riciclata, riarrangiata e sfruttata fino a pochi decenni orsono. insomma, quando da noi c'erano i romani, i cinesi hanno fatto la muraglia e noi non finiamo la salerno reggio calabria.

stasera devo portare dei clienti cinesi a cena, e stavo cercando un ristorante dove portarli, in quanto io sono un misantropo e non mi piace uscire per andare in luoghi fighetti e affollati. poi ho spaziato con la fantasia, immaginando come impresa fare un viaggio a piedi per tutta la muraglia.

cio' e' impossibile. ampi tratti della muraglia sono svaniti, distrutti o inagibili. inoltre, camminando per 35 km al giorno (ossia sette ore), mi ci vorrebbero 9 mesi, e in arretrato ho solo 3 mesi di ferie, dei cui benefici probabilmente di questo passo non godro' mai.

insomma, e' una pisciata fuori dal vaso, ammettiamolo.

le vacanze piu' belle della mia vita le ho avute portando con me uno zaino semivuoto, verso mete non ben definite, con itinerari elastici, e in modo spartano. non riesco a trovare un aggettivo migliore di "profumate" per definirle, forse per le sensazioni o gli aromi che mi sarei perso se avessi passato due settimane nei resort 4 stelle ad annoiarmi prendendo il sole e andando nelle discoteche la sera.

a me piace mangiare per strada, adoro il cibo di strada. fermarmi a parlare con gli alcolizzati del luogo, trovarmi ricoperto di polvere o fango o sudore la sera e andare a dormire perche' ho sonno, sonno di quello vero.

sono un selvaggio, nel mio io.